Secondo una recente analisi commissionata a Institute For The Future e Vanson Bourne da parte di una delle maggiori multinazionali del settore, in meno di 5 anni oltre 7 miliardi di persone saranno connesse ad internet attraverso 30 miliardi di dispositivi.

Questi numeri da capogiro sottolineano quella che è una tendenza già nota agli esperti del settore e che ognuno di noi sta già sperimentando nella propria quotidianità. Tra cinque anni, di fatto, entreremo quindi nell’era dell’Information Generation, in cui i consumatori e i clienti vivranno e lavoreranno costantemente connessi alla rete, producendo un’enorme mole di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più semplice.  

Questo continuerà a cambiare in modo ancor più radicale ogni aspetto della vita e del lavoro delle persone: si calcola infatti che verranno prodotti infatti 44 trilioni di gigabyte e che ogni attività quotidiana sarà guidata dalle informazioni e dai dati a disposizione.  

Secondo gli intervistati – manager e leader delle ICT di 18 paesi – per il 96% di loro i vecchi paradigmi del business saranno radicalmente messi in discussione dalla nuove tecnologie, e ciò si riverserà sulle aspettative dei consumatori che chiederanno un accesso sempre più veloce ai servizi (per il 55%) o addirittura una connessione in modalità 24/7 da ogni luogo e in ogni momento (per il 53%).  

 A contribuire a questo trend, ovviamente, anche gli smartphone ed i tablet. Secondo il 66% degli intervistati infatti, questi dispositivi hanno avuto il maggior impatto sulle aziende negli ultimi 5-10 anni, e allo stesso modo un ruolo importante è stato svolto dai social media.

 E le aziende italiane? Secondo il panel intervistato, solo il 15% degli interpellati in Italia (contro il 23% globale) vede la propria azienda in grado di poter sviluppare linee guida molto precise in base alle nuove opportunità di mercato; di contro il 28% del panel, invece, ritiene che la propria azienda stia lavorando in totale trasparenza e fiducia verso i propri interlocutori (contro il 35% globale).

Sempre in Italia, solo 1 intervistato su 5 ritiene la strategia tecnologica della propria azienda molto innovativa, e sempre soltanto 1 su 5 afferma che la propria azienda stia offrendo al cliente un’esperienza unica e personalizzata.



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